Crisi economica

Pechino mette in guardia: profondi cambiamenti nell’Ordine del Mondo

Scritto da Cristina Bassi

  li peoples congress 

“Parlando alla Grande Sala del Popolo di Pechino, Li Keqiang, Premier del Consiglio di Stato Cinese, ha aperto il congresso nazionale annuale del popolo con queste affermazioni:

“Ci sono molte incertezze sulla direzione delle maggiori politiche economiche e degli effetti delle loro ripercussioni ed i fattori che potrebbero causare instabilità ed incertezza stanno visibilmente aumentando”

“Alla luce di profondi cambiamenti nel panorama economico e politico, la Cina starà sempre dalla parte della pace e stabilità e sarà per sempre impegnata all’uguaglianza e alla giustizia e lavorerà sempre per la pace nel mondo, contribuirà allo sviluppo globale e sosterrà l’ordine internazionale” ha detto Li.

Il Premier ha aggiunto che la Cina dovrebbe prepararsi a “ situazioni piu’ complicate e gravi” come risultato degli sviluppi “sia interni che esterni alla Cina”.

I media stanno affermando che questo non è un avvertimento troppo sottile a Donald Trump per la sua idea “America First” (Prima l’America) . Ma c’è ben altro da dipanare.

L’attitudine abrasive di Trump verso Pechino, non è passata inosservata. Durante il suo discorso, Li Keqiang ha detto che la Cina “si opporrà al protezionismo nelle sue differenti forme e si coinvolgerà maggiormente nella governance globale”

Questo è chiaramente un colpo a Trump e alla Brexit

Non sorprende tuttavia che Pechino si opporrà ad ogni forma di protezionismo progettato a favore della produzione americana: la Cina è il maggior partner commerciale di beni per Washington, con 598 miliardi di dollari in totale di beni commercializzati nel 2015 (… )

Ma ecco qui cosa non leggereste mai nel Guardian: se il protezionismo colpisse la quota di mercato della Cina in USA e Europa, quale sarebbe il piano contingente di Pechino?
Un’ Eurasia piu’ forte ed integrata. Piu’ commercio con la Russia. La “zona economica della via della seta” sarà veloce da rintracciare.

Detta in modo semplice: I BRICS. Per non citare il livello di altre iniziative economiche dell’Est, incluso la Unione Economica dell’Eurasia e la Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (Shanghai Cooperation Organization).

Alla Cina non piace l’idea del protezionismo occidentale, ed ha già nuovi mercati e clienti con cui fare business

A prescindere dal programma di protezionismo di Trump, le economie emergenti – specialmente all’Est- stanno cambiando l’ordine economico e politico del mondo.

Come ha fatto notare uno dei commentatori piu’ apprezzati, “Greg”

“Nel 2000 gli USA e i suoi stati satelliti (il G7) ritenevano il 44% del PIL globale, mentre insieme i BRICS avevano il 18%. Nel 2015 e velocemente, i BRICS hanno raggiunto la PARITA’: 31% a 31% , in un battito di ciglia in termini storici. Verso il 2030, i BRICS si prevede che avranno il doppio del PIL dei G7, USA inclusa”.

E gli USA vogliono continuare a dettare le politiche nel mondo? Su quale base per favore? Il settore militare? Un altro battito di ciglia…ed è via anche quello.

Chi sta facendo la politica in USA sta vivendo nel 2000, quando al Russia era in ginocchio, la Cina era una semplice frazione della economia USA e l’India era una non –entità. Ma quel mondo se n’è andato. Il mondo non tollererà piu’ a lungo un ordine imposto dagli USA

Si, la Cina si opporrà al protezionismo occidentale. Ma fra 20 anni potrebbe non esserci rimasto molto da proteggere per l’Occidente. Il cambiamento sta arrivando e Pechino ci sta dicendo di allacciarci le cinture.

Fonte: http://russia-insider.com/en/politics/beijing-warns-profound-changes-world-order/ri19137

Traduzione Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net

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