Credo Mutwa

Credo Mutwa, il più Grande Segreto: la guerra tra la luce e l’oscurita’

credo mutwa
Scritto da Cristina Bassi

credo mutwa La seconda parte,, sintetizzata, di una lunga intervista (che ho tradotto nel 2011), di R. Martin a Credo Mutwa, il Grande Anziano e Sciamano Zulu’.  Dio esiste, sir. Ma tra noi e Dio ci sono creature che rivendicano di essere dei”.

La seconda parte,, sintetizzata, di una lunga intervista (che ho tradotto nel 2011), di R. Martin a Credo Mutwa, il Grande Anziano e Sciamano Zulu’.  Dio esiste, sir. Ma tra noi e Dio ci sono creature che rivendicano di essere dei”.

 AVVISO
In questa intervista ci sono moltissime informazioni che possono rappresentare una sfida per la mente del lettore. C’è persino la descrizione di una città sotterranea in Africa, che potrebbe essere l’origine dei miti o delle storie sull’inferno. Per favore non continuate se siete molto legati ad un sistema di credo. Ricordate che non c’è nulla da temere.
La vita è eterna ed ogni cosa non è che una esperienza sulla via verso l’illuminazione.
Come dice David Icke: “nonostante alcune di queste informazioni,
è un tempo meraviglioso per essere vivi”

Fonte originale: http://www.2012.com.au/Credo.htmltraduzione Cristina Bassi

la  prima parte qui
tutto il pdf della intervista qui.

 

credo mutwa

(…) Credo Mutwa: 

Guardi per favore, sir. Chiunque studi l’umanità con amore, con comprensione e cura, riconosce che c’è un Dio luminoso che lotta per nascere in ognuno di noi. Cerchiamo di contrattaccare, anche se molti non ne sono consapevoli.

Sviluppiamo l’attitudine di voler proteggere il nostro pianeta, al di là di chi e cosa siamo. Ci sono capi in Africa che ti multano molto pesantemente se ti vedono distruggere un albero senza motivo. Questa cosa era frequente in passato, ma è scomparsa con la venuta del Bianco, ma ora sta ritornando.

L’essere umano sta diventando, sta lottando per diventare un essere più evoluto, rispettoso e amorevole e gli alieni non lo accettano passivamente.

Stanno facendo in modo che ci ammazziamo ancora l’un l’altro. E sono preoccupato per ciò che sta per accadere. Sir, posso mostrarle molte cose strane che le genti d’Africa fecero per proteggersi contro i Grigi alieni. Le cose che la nostra gente fece non furono  conseguenza della superstizione, ma di una terribile esperienza personale

Un giorno spero di poter condividere con lei, sir, la storia di come sono stato “preso”, come diciamo. Crediamo, sir, che i Mantindane (“il tormentatore”), i Grigi, siano veramente servitori del Chitauli. Questo a differenza di cosa pensano i Bianchi – molti Bianchi pensano la cosa sbagliata, sir- ovvero che i Mantindane stiano facendo con noi esperimenti. NO. Ripeto, non li fanno. Chiunque sia passato per l’inferno di questi esseri, le dirà che non c’è nulla di sperimentale in ciò che fanno. C’è una gelida, insensibile determinazione e non fanno ciò che fanno a noi per se stessi, ma per creature più grandi di loro.

Martin:
Dunque, si dice che – e credo sia vero- c’è una guerra – per mancanza di una migliore definizione- tra la luce e la oscurità, tra il Bene il Male su questo pianeta.

Credo Mutwa: Si. Si, sir. Si, sir. Si.
Martin: E c’è certamente un Dio nel Suo Universo. Un Dio di Luce e di Giustizia.
Credo Mutwa: Si, sir.
Martin: Come vede la sua cultura, come vede lei l’intervento di Dio attraverso i suoi rappresentanti? In tutte le cose deve esserci un equilibrio e questo incluso sul pianeta Terra, come sopra così sotto. Come la vede lei – poiché molti lettori possono leggere tutto questo e ciò suona molto spaventoso e molto impotente o quasi e tuttavia c’è certamente speranza. Cosi vorrei terminare questa intervista con un messaggio di speranza.

Credo Mutwa: Si. Per favore sir, C’E’ speranza! Guardi, prima di tutto C’è un Dio sopra di noi
E questo Dio è più reale di quanto molti credano. Dio non è un parto della fantasia di qualcuno.
Dio non è qualcosa di sognato da qualche vecchio in tempi preistorici.

Dio esiste, sir. Ma tra noi e Dio ci sono creature che rivendicano di essere dei. E di queste creature ci dobbiamo disfare per poterci avvicinare a Dio. Sir, io ho vissuto una vita molto lunga e molto strana e posso dirle che c’è Dio e che interviene. Tuttavia vediamo questo intervento come lento. Ma aspetta: chi l’ avrebbe mai pensato: meno di 30 anni fa, a nessuno fregava dell’ambiente

Chi ha messo in noi improvvisamente queste divinità? Oggi, sir, ovunque nel mondo le persone si alzano in piedi e combattono per i diritti delle donne e dei bambini. Chi ha messo queste idee nelle nostre teste? Non il Chitauli, non una entità demoniaca, ma Dio che agisce nell’ombra e ci rende forti ed in grado di resistere a queste orribili creature.

Vede, sir, ai nostri occhi, Dio sembra lavori lentamente perchè Dio vive in una sfera di tempo totalmente differente dalla nostra. Dio c’è e sta lavorando. Ed è Dio, sir, che per la prima volta nella nostra esistenza, ci sta rendendo consapevoli di queste cose; ci sta rendendo consapevoli che in questo mondo non siamo soli e che noi soli, solo noi, siamo responsabili delle nostre azioni e che dobbiamo neutralizzare questi esseri alieni che ci hanno menato in cerchio per anni..

Gli esseri umani non hanno mai conosciuto un vero progresso, sir, perché ci sono state forze che ci hanno impedito di raggiungere la nostra giusta posizione nell’universo. Intendo i Chitauli, i Mantindane, i Midzimu.

Dobbiamo smettere di considerare queste creature come creature super-umane. Sono semplicemente dei parassiti che hanno bisogno di noi più che noi di loro. E solo uno stupido negherebbe il fatto che non siamo la sola specie intelligente di esseri che questo pianeta ha prodotto. In tutta l’Africa c’è abbondante prova che un tempo c’erano esseri umani giganti che camminavano su questo pianeta, ai tempi dei dinosauri.

Ci sono impronte nel granito, lunghe 6 piedi e larghe 3, impronte di esseri umani maturi, sir, che risalgono a migliaia di anni fa, milioni di anni fa. Dove sono andati questi giganti?

Chissà i dinosauri potrebbero aver prodotto una razza intelligente, una razza che ci inganna nel farci credere che viene dalle stelle, mentre invece è parte di questo pianeta su cui vive

C’è speranza e questa speranza è molto luminosa. Il bambino-Cristo è nato in ognuno di noi ma come tutti le morti, la morte del Bambino-Luce (la morte del vecchio sè prima della trasformazione nell’ “essere Cristo”) sta per essere accompagnata da grande pericolo, poiché il nemico sta per essere portato alla disperazione. Il nemico farà errori e noi lo conquisteremo nel sacro nome di Dio. Questo è ciò in cui io credo, sir. E questo è ciò che continuerò a pensare fino al mio ultimo respiro.

Martin: E qui è il modo più perfetto per concludere, su questo pensiero. Ora mi lasci dire semplicemente , solo per lei, che dal 1974, ho visto molte, molte, molte navi spaziali da vicino (sebbene non da dentro e non per essere stato rapito). Nelle montagne dell’Oregon meridionale ho fatto l’esperienza delle orme di Bigfoot…
Credo Mutwa: Ah-hah!
Martin:…presso un fiume, mentre stavo facendo campeggio ho sentito il Bigfoot nelle montagne di notte. O sentito le loro grida….
Credo Mutwa: Ya-ya! You see?
Martin:…da una montagna all’altra. Queste sono le cose di cui ho fatto esperienza. SO che queste cose sono vere.

Credo Mutwa: Si, sir. Quindi sto parlando ad un compagno guerriero e dico, “Ce la faremo”, come Marines americani erano soliti dire durante la Seconda Guerra Mondiale..
Martin: Si e durante la Guerra del Vietnam.

Credo Mutwa: Ce la faremo, ce la faremo ma gi scettici devono smettere di ridere e gli stupidi smettere di chiamare questi alieni, Dio. C’è un SOLO Dio e Lui o Lei è l’UNO che ci ha creato e non qualche impostore che è arrivato da qualche parte per nascondersi dietro di noi e bere il sangue dei nostri figli. Amen, sir

Martin: Si, assolutamente giusto. Credo, per favore sappia che ho profondamente apprezzato ciò che ha fatto e il coraggio di parlare francamente. E’ passato il tempo in cui tenere per se queste cose. E’ tempo di dirle la VERITA’ e per quelli che non credono e pensano che non ci sono possibilità.. beh male.

Credo Mutwa: Esatto ed anche mettere davanti alle persone il fatto che non c’è ragione di avere paura di niente. Se partiamo dal presupposto di rendere disponibile l’informazione che dovrebbe essere disponibile ad ogni singola persona su questo rigoglioso pianeta, perché cavolo stanno cercando di minacciarvi per tenervi quieti?

E’ cosi ridicolo. Basta assassinare e rendere ridicole le persone e distruggerle sfornando paura. Questa è la prospettiva da cui vengo e sono certo anche quella di David [Icke], ed ovviamente anche la sua. Non ho più paura. E’ tempo di parlare e di acquisire una consapevolezza, globale e comune e metterla in prima linea. Grazie, ho veramente apprezzato.

Martin: Assolutamente giusto. Grazie..

 

Il Mistero dei Leoni Bianchi

10 novembre 1991, Sudafrica. È una notte senza luna nella savana del Timbavati. Linda è seduta intorno al fuoco a sorseggiare una birra con il marito e alcuni amici, quando da lontano si avvertono i ruggiti di una leonessa che sta partorendo. Eccitata dall’idea di vedere i cuccioli appena nati – e nella speranza che almeno uno di questi sia un Leone Bianco, il leggendario animale della tradizione africana, parte con il gruppo per un safari notturno. La jeep si ritrova improvvisamente in panne, circondata da un branco di felini pronti ad attaccare e senza possibilità di chiedere aiuto via radio. È una vecchia ‘sangoma’, sbucata all’improvviso dal nulla, a salvare la situazione con grande sorpresa di tutti. Con lei e con Credo Mutwa, depositario dei segreti della tradizione orale, Linda inizierà a studiare lo sciamanismo africano per scoprire i misteri che si nascondono in un sapere antico e sacro, le cui radici si perdono lontano nel tempo. Lungo l’asse di un intero continente – dalle piramidi di Giza fino alle rovine del Grande Zimbabwe e alle caverne della valle di Sterkfontein, dove l’umanità vide la sua alba,  l’autrice raccoglie le storie, i miti, le leggende, i sogni, le speranze di una terra che non ha mai smesso di sedurci e in cui, insieme a lei, impariamo a ravvisare l’ultima possibile salvezza.